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Associazione piccole imprese e consulenti per l'informatica

Lettera aperta al Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato

Ill.mo Signor Ministro,

APICI (Associazione Piccole Imprese e Consulenti per l’Informatica) ha preso atto con viva soddisfazione delle modifiche introdotte con l’art. 10 del D.L. 21/06/2013 n. 69 (“Decreto del Fare”), il quale al comma 2 ha finalmente abrogato il D.M. 314/1992 e, di fatto, il D.Lgs. 198/2010.

Tali normative, come noto da precedenti discussioni, erano infatti del tutto inadeguate in quanto creavano illogicamente delle barriere di ingresso ai mercati non solo dell’impiantistica ma anche e soprattutto dell’informatica, il tutto sulla base di vincoli di disponibilità economica (dipendenti, autoveicoli, autofurgoni, strumentazione, ecc.) e non di effettive competenze. Esse quindi non garantivano in alcun modo la qualità del lavoro svolto, ma solo la sua attribuzione ad un ristretto manipolo di Aziende, creando di fatto una vera e propria ‘casta’.

Non possiamo quindi che essere soddisfatti del percorso compiuto che, finalmente e dopo oltre due decenni, ha permesso di rimediare – speriamo definitivamente – a questa grave anomalia (l’Italia infatti era l’unico Paese della UE ad avere una Legge simile, il tutto in aperto contrasto alla Direttiva 2008/63/Ce sulla libera concorrenza).

Riteniamo peraltro che la liberalizzazione del mercato possa essere di beneficio a tutte le aziende – anche quelle precedentemente “patentate” -  che ora potranno finalmente investire in reale formazione quelle ingenti somme che precedentemente avrebbero dovuto destinare all’acquisto di (magari inutili) autoveicoli, autofurgoni, strumentazione non pertinente al lavoro svolto, ecc…

Da ultimo confermiamo la nostra disponibilità, in futuro, a continuare il dialogo con codesto spett.le Ministero per l’individuazione di soluzioni normative efficaci ed equilibrate nel rispetto di tutte le categorie.

Con osservanza.

Il Presidente
Dott. Stefano Tonelli

Nessuna improvvisazione: gli operatori dell’informatica sono professionisti preparati

Il presidente di APICI risponde all’articolo apparso sul Giornale di Vicenza il quale pone dubbi pretestuosi in merito all’abrogazione del DM314/92.

Spettabile Redazione,

in merito al vostro articolo a firma Giulia Guidi sul tema dell’installazione degli apparati di rete, vorrei, in qualità di presidente dell’associazione APICI (Piccole Imprese e Consulenti per l’Informatica) fare un po’ di chiarezza sull’argomento.

Il DM314/92 nasceva quale regolamento della legge 109/91 che aveva l’obiettivo di creare la ‘casta’ degli installatori di centralini telefonici. Erano gli anni del monopolio SIP e per installare i centralini del tempo non era richiesta alcuna competenza informatica. I requisiti per ottenere il ‘patentino’ erano di tipo puramente dimensionale: in pratica venivano escluse dal mercato tutte le aziende che non potevano disporre di un certo numero di dipendenti, di una determinata quantità di furgoni, di locali ad uso ufficio e magazzino.

Dal 1992 ad oggi il settore è completamente cambiato, l’evoluzione della tecnologia è stata enorme e i requisiti richiesti per l’autorizzazione ministeriale non hanno più alcun senso logico, anche ammesso e non concesso che l’avessero vent’anni fa.

La normativa che il cosiddetto Decreto del Fare va ad abrogare è talmente inadeguata e obsoleta che la sua applicazione puntuale risulterebbe assolutamente impossibile in quanto paralizzerebbe totalmente un settore che, pur tra mille difficoltà, dà ancora oggi lavoro a migliaia di persone.

Le motivazioni riportate nell’articolo a sostegno del mantenimento della normativa in vigore sono assolutamente non condivisibili e pretestuose. Nessun ‘improvvisatore’ si potrà mai occupare di gestire reti dati complesse in quanto per esercitare questa attività occorrono competenze che non si improvvisano. Gli operatori dell’informatica che l’associazione che presiedo rappresenta, sono professionisti preparati che hanno investito moltissimo in formazione ottenendo anche certificazioni dai più importanti produttori di apparati.

Ripeto: è un mestiere che non si improvvisa, senza una competenza adeguata non è possibile realizzare reti complesse, le quali, se non correttamente realizzate, semplicemente non funzioneranno. I committenti saranno (e sono già da tempo) in grado di valutare autonomamente le competenze di chi proporrà i propri servizi. La certificazione ministeriale è, a oggi così come strutturata, un’inutile barriera all’ingresso di nuovi operatori, barriera che l’Unione Europea ci chiede di abbattere con la direttiva 2008/63 non ancora recepita, con il rischio per il Paese di incorrere in una sanzione da parte della stessa UE.

Preciso infine che le aziende certificate non avranno alcun calo di lavoro da imputare all’abrogazione del DM314/92. La legge in questione è in fatti già oggi totalmente disattesa in quanto, come già detto, inapplicabile.

L’abolizione della normativa danneggerà infine solo quelle aziende che se ne servivano per intimidire gli operatori informatici e dissuaderli dal partecipare a determinate trattative e gare. Quelle aziende da oggi dovranno finalmente confrontarsi con un mercato non più distorto da una legge obsoleta e certamente inadeguata.

Cordiali saluti
Dott. Stefano Tonelli
Presidente APICI

APICI a SMAU Bologna per parlare del DM 314/92

Il giorno 6 Giugno 2013 alle ore 10:00 interverremo allo SMAU Bologna all’interno del convegno dal titolo: “Innovazione e competitività: verso le nuove opportunità del settore ICT”.

Il nostro contributo riguarderà il problema del superamento del DM 314/92 nella regolamentazione dell’attività di installazione degli apparati di rete. Sarà certamente una buona occasione per riportare il focus sul tema, oltre che – ovviamente – un’opportunità per incontrarci di persona.

Installazione apparati di rete: chiediamo risposte dalla politica

La situazione in merito alla legge 198/10 e al DM314/92 che, di fatto, rendono fuorilegge molte delle nostre attività, non si è ancora sbloccata. Siamo a poco più di un mese dalle elezioni politiche ed è probabile che la materia sarà trattata nella prossima legislatura. Ci sembra quindi dovreroso chiedere ai partiti e alle coalizioni in campo quale sarà il loro atteggiamento nei confronti della nostra categoria e, più in generale, nei confronti della liberalizzazione di attività, mestieri e professioni.

Ai candidati dei vari schieramenti chiediamo quindi:

1) Siete a conoscenza del fatto che la legge 198/10 e il DM314/92 impediscono a migliaia di piccole imprese del settore informatico di operare nella legalità con la conseguenza di mettere a rischio la sopravvivenza delle aziende stesse e l’occupazione di decine di migliaia di persone?

2) Come intendete operare per risolvere il problema della nostra categoria e, più in generale, qual è il vostro atteggiamento nei confronti dell’opportunità di liberalizzazione delle attività economiche, dei mestieri e delle professioni?

Invieremo tramite tutti i canali disponibili queste domande ai leader di ogni formazione politica e pubblicheremo su questo sito tutte le risposte che riceveremo.

 

Installazione apparati di rete: se ne parla a Radio 24

Nella puntata del 24 Settembre 2012 di “Nove in punto” su Radio24 si parla di (mancate) liberalizzazioni e un ascoltatore fa riferimento alla legge 198/10 che regolamenta le installazioni degli apparati di rete, per la quale stiamo aspettando, ormai veramente da troppo tempo, il relativo decreto attuativo.

La telefonata è stata effettuata da Dino da Padova: ci sono tutti gli indizi per immaginare che si tratti di Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider che ringrazio di cuore per l’impegno e la combattività che sta mettendo in campo in questa vicenda.

La clip è scaricabile da qui.

Installazione apparati di rete: Nessuna novità dal Ministero

Il decreto attuativo per la legge 198/10 che regolamenta le installazioni degli apparati di rete non è stato ancora licenziato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Il testo del Decreto Attuativo era stato presentato a Febbraio all’Unione Europea ed era stato inserito sull’apposito sito TRIS. Dopo tre mesi di pubblicazione (e siamo a Maggio) il Ministero dello Sviluppo Economico avrebbe dovuto effettuare le eventuali modifiche richieste e licenziare il decreto definitivo.

Ad oggi però non abbiamo alcuna nuova notizia in merito e questo è molto preoccupante. L’impressione è che non sia ancora terminata l’infinita trattativa tra chi vuole liberalizzare il settore e la piccola ma potente lobby dei ‘patentati’ che punta al mantenimento dello status quo.

Risulta doveroso ricordare che ad oggi è ancora in vigore il vecchio regolamento DM314/92 (sì, 1992…) il quale, applicato alla nuova legge 198/10 rende fuorilegge ogni installazione di apparato di rete (anche il banalissimo router ADSL) che non sia stata fatta da un’azienda (sono circa 1500 in tutta Italia) dotata di ‘patentino’: questo vuol dire che il 99,9% delle installazioni di apparati di rete sono state realizzate abusivamente e sono passibili di sanzioni che variano da un minimo di 15.000 fino ad un massimo di 150.000 Euro a seconda della ‘gravità del fatto’

Installazione apparati di rete: l’incertezza che distrugge il mercato

In un momento in cui l’avere certezze, soprattutto normative, risulta indispensabile per la sopravvivenza di molte piccole aziende e non solo nel nostro settore, la mancanza di una normativa chiara e non interpretabile relativamente all’installazione degli apparati di rete si traduce in un grosso freno allo sviluppo del mercato e dei suoi attori.

Ho risposto personalmente a diversi impiantisti che, in assenza di informazioni chiare, hanno pensato di contattare APICI per saperne di più su questa intricata vicenda. Alcuni di loro mi hanno confidato che vivono una situazione grottesca in quanto possono, ad esempio, installare impianti elettrici in sale operatorie o in ambienti ad altissimo rischio di incendio e/o esplosione mentre non possono invece realizzare un piccolo e banale impianto di rete CAT5. Questo ovviamente crea loro forti difficoltà soprattutto relativamente al settore degli appalti pubblici.

Come scrive giustamente il nostro Michele sul forum, al momento il regolamento in vigore è ancora quello descritto nel famigerato DM 314/92. Il nuovo regolamento è al vaglio dell’Unione Europea e, in base ad indiscrezioni avute, dovrebbe contenere un allargamento della fascia di esclusione che permetterebbe ai piccoli operatori di lavorare liberamente su impianti di piccole dimensioni, ovviamente il limite per parlare di “piccole dimensioni” dovrebbe essere significativamente alzato rispetto a quanto previsto dalla prima bozza del regolamento.

Personalmente però sono piuttosto stupito per questa lungaggine della UE, rimarrei però ancora più stupito se la commissione europea approvasse un regolamento che portasse ancora con sè il vizio originale della discriminazione in base alle dimensioni aziendali, considerato che che in questo settore l’elemento qualificante è da ricercare nelle competenze e non nelle dimensioni del soggetto.

Installazione apparati di rete: APICI chiede la liberalizzazione del settore

Pubblichiamo il testo integrale della lettera inviata al Ministero dello Sviluppo Economico e al neo ministro Corrado Passera con la quale chiediamo la liberalizzazione dell’attività di installazione e configurazione degli apparati di rete.

 

Spett.le Ministero, stimato Ministro,

quale associazione rappresentativa delle piccole aziende italiane e dei consulenti operanti nel settore dell’informatica, riteniamo opportuno inviarvi alcune considerazioni e richieste in merito alla nuova normativa per la regolamentazione dell’installazione degli apparati di rete.

 Considerato che: 

il D.L. 198/2010 del 26/10/2010, nato per sostituire la L. 109/1991, all’art. 2 comma 2 si riproponeva di adottare entro 12 mesi dalla sua entrata in vigore un decreto volto a disciplinare i requisiti tecnici, professionali e legali che devono possedere le imprese per essere abilitate all’installazione degli apparati di rete, oltre alle relative eccezioni

nell’arco dei 12 mesi a partire dal 26/10/2010, non è stato emanato il decreto definitivo previsto all’art. 2 comma 2 del D.L. 198/2010 e di conseguenza l’intero settore si trova ora in una situazione di totale incertezza 

le informazioni disponibili sulla bozza di decreto attuativo che il Ministero sta approntando, evidenziano la stessa impostazione della vecchia L. 109/1991 e del suo decreto attuativo DM314/92 (equiparazione tra imprese che realizzano impianti elettrici ed imprese/consulenti informatici che installano e configurano apparati di rete). Questa impostazione non risulta adeguata alla realtà del settore; su questo tema APICI aveva già comunicato ufficialmente la propria posizione in occasione della consultazione pubblica chiusasi il 15/04/2011 

in generale il Paese versa in una grave situazione economica e l’attuazione di quanto prospettato nella bozza di decreto spingerebbe alla chiusura tutte le piccole attività del settore ICT, le quali risulterebbero, di fatto, impossibilitate a rispettare i requisiti previsti nella bozza 

il legislatore, a più riprese, ha manifestato l’intenzione di abolire i vincoli restrittivi non giustificati e di intraprendere la strada delle liberalizzazioni, ad esempio tramite la cosiddetta “manovra di Ferragosto” D.L. 138/2011 e conversione, con modificazioni, in L. 148/2011 

il D.L. 198/2010, così come prospettato, creerebbe effettivamente una limitazione al numero di persone/aziende che possono svolgere un’attività economica, imponendo la necessità di avere delle licenze o autorizzazioni amministrative e dei vincoli non rispettabili dalla maggior parte delle piccole attività 

la stessa Comunità Europea con la direttiva 63/2008 chiede agli stati membri di adottare misure che ”favoriscano la concorrenza tra gli operatori del settore e escludano situazioni di privilegio e/o importanti barriere all’ingresso”  

A nome degli operatori del settore da noi rappresentati chiediamo:

che, fermo restando gli obblighi in termini di sicurezza imposti alle imprese che si occupano di realizzare gli impianti a livello fisico (cablaggi elettrici), venga totalmente liberalizzata l’attività di collegamento e configurazione delle apparecchiature di rete da parte dei consulenti/tecnici informatici specializzati. 

Tale attività richiede competenze tecniche in ambito informatico che appartengono ai singoli individui e sono completamente svincolate dalle caratteristiche dimensionali delle aziende. Una limitazione della possibilità di svolgere la suddetta attività, oltre a risultare in contrasto con le richieste dell’Unione Europea, creerebbe un enorme danno economico al settore senza tuttavia portare vantaggio alcuno alla collettività, né di carattere tecnico e/o di sicurezza, né di ordine economico. 

Di fatto una limitazione all’attività di installazione e configurazione degli apparati di rete che sia impostata, come prospettato, solo su aspetti di dimensione aziendale, comporterebbe la chiusura di molte piccole realtà del settore ICT italiano, le quali, pur operando in una situazione di notevole difficoltà economica, garantiscono comunque l’occupazione a migliaia di persone. 

Quale associazione a tutela dei piccoli operatori ICT italiani, auspichiamo che quanto indicato possa essere oggetto di attenzione e rimaniamo a completa disposizione del Ministero per fornire eventuali ulteriori contributi sul tema in oggetto.

Associazione APICI
Il Presidente
Dott. Stefano Tonelli

Possibili effetti del decreto liberalizzazioni sul DL198/10

Con l’approvazione della cosiddetta manovra di ferragosto (D.L. 138/2011) e della conversione in legge (con modificazioni) 14 settembre 2011 n. 148 ( che recepisce gli emendamenti presentati),
viene intrapresa la strada delle liberalizzazioni in base al principio che tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge può essere attuato, almeno per quanto riguarda le attività economiche e le professioni (Art. 3 Comma 1).

Scritta e riassunta in questo modo può sembrare una ‘rivoluzione copernicana’ per tutti coloro che devono intraprendere un’attività professionale o economica (negozio, azienda, impresa ecc…), ma a causa degli emendamenti presentati la manovra è arrivata ad essere molto annacquata.

Tuttavia con il nuovo decreto si concretizza la possibilità di chiedere l’abrogazione del D.L. 198/2010 (attuazione della direttiva 2008/63/CE relativa alla concorrenza sui mercati delle apparecchiature terminali di telecomunicazioni) e il successivo regolamento di attuazione che è in fase di stesura.

L’articolo 3 comma 8 riporta:  “Le restrizioni in materia di accesso ed esercizio delle attivita’ economiche previste dall’ordinamento vigente sono abrogate quattro mesi dopo l’entrata in vigore del presente decreto” e nel comma 9 si precisa: “Il termine restrizione, ai sensi del comma 8, comprende la limitazione, in forza di una  disposizione di  legge, del numero di persone che sono titolate ad esercitare una attivita’ economica in tutto il territorio dello Stato o in una certa area geografica attraverso la  concessione di licenze o autorizzazioni amministrative per l’esercizio,  senza che tale numero sia determinato, direttamente o indirettamente, sulla base della popolazione o di altri criteri di fabbisogno” .

Visto che il D.L. 198/2010 crea un limitazione al numero di persone/aziende che possono svolgere un’attività economica, imponendo la necessità di avere delle licenze o autorizzazioni amministrative, con questo nuovo D.L. (138/2010) si ipotizza la sua abrogazione o la quasi totale riscrittura. 

Nei prossimi giorni l’associazione APICI si attiverà per analizzare il D.L. e successivamente procederà  alla stesura di una lettera da inviare al ministero della comunicazione.

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